Il mercato del vintage è senz’altro quello che ha fatto parlare più di sé negli ultimi anni tanto da influenzare anche i nuovi stilemi dei modelli di produzione moderna.
Passeggiando per le strade del centro delle nostre città notiamo infatti sempre più negozi con orologi di 30-40 anni fa. Ma il mercato che la fa da padrone è sicuramente quello vintage online: inutile negare che questo sia una giungla, soprattutto per i meno esperti. PSQ Watches vuole allora darvi qualche consiglio per un acquisto più sicuro del vostro nuovo orologio vintage.
Che differenza c’è fra seconda mano e vintage?
Quando qualche anno fa incominciai a nutrire interesse per il mondo degli orologi vintage una delle prima domande che mi chiesi fu quale fosse la differenza fra un usato seconda mano ed un pezzo vintage.
Solitamente si definisce second-hand un orologio di non più di 20-25 anni, magari appartenuto ad un unico proprietario e che ancora non ha quell’heritage caratteristico degli orologi con più anni.
Un orologio vintage invece è un pezzo con un numero maggiore di anni sulle spalle e con una storia da trasmettere.
Voglio comprare un vintage: a chi mi rivolgo?
Possibilmente a rivenditori fisici. Inutile girarci intorno, un negozio fisico ci darà sempre quella sicurezza in più che l’online non riesce a darci. Molto probabilmente se si vuole spendere qualcosa in meno il web è quello che fa per noi ma non dobbiamo mai dimenticarci che non sappiamo al 100% chi c’è dall’altra parte dello schermo. Nonostante il mercato dell’online nell’ultimi anni sia esploso ( e di conseguenza evoluto ) non è ancora raro sentire esperienze, purtroppo spiacevoli, di cari amici appassionati che sono stati vittime di truffe o di annunci che non descrivevano sempre in maniera fedele le condizioni e l’originalità dell’orologio.
I siti che offrono la vendita di orologi vintage sono molteplici, ma mi sento di consigliarvene solo due: eBay e Chrono24. Questo perché su queste piattaforme è possibile ottenere precise informazioni del venditore dal quale state comprando e recensioni scritte da appassionati come voi.
Molto famoso è anche il sito Catawiki ma onestamente mi sento di sconsigliarvelo per due motivi: una tassa di circa il 10% a carico dell’acquirente sul prezzo di acquisto ed un calcolo della stima poco affidabile da parte degli “esperti” del sito.
Come verifico l’originalità di un orologio?
Capire se l’orologio che stiamo comprando è originale o meno è sicuramente la cosa più difficile. Utilizzare siti affidabili aiuta a non cadere in spiacevoli sorprese ma questo non vuol dire essere tutelati al 100%. È infatti utile fare qualche ricerca per proprio conto al fine di conoscere meglio il prodotto che vorremmo acquistare.
Se da una parte il web è una giungla infestata da dial non coevi e movimenti disastrati, è anche vero che internet è sicuramente il modo più efficace per capire l’originalità di un orologio. La verifica più semplice da effettuare è infatti cercare la referenza dell’orologio tanto desiderato e tac, ecco un carrellata di foto e descrizioni del pezzo che stiamo acquistando. Con un’analisi attenta è infatti possibile capire la coevità di quadrante, sfere e bracciale ( se ne è provvisto ).
Per alcuni brand è addirittura possibile sfogliare i cataloghi dell’epoca. Tra questi troviamo sicuramente Seiko: è facile infatti trovare online tutti i cataloghi ( e di tutti i mercati ) delle varie annate di produzione degli orologi della casa nipponica.
Altro punto fondamentale nell’acquisto di un vintage è il corredo: è davvero così importante? E mi garantisce che l’orologio sia originale? Assolutamente no! Questa è una problematica soprattutto di orologi vintage di fascia alta, come Rolex. Vedendo infatti un vintage ben conservato e con tutto il corredo ci aspetteremmo che questo sia originale e probabilmente anche un ottimo affare. La truffa è però dietro l’angolo; la garanzia non ci dice infatti nulla sull’originalità dell’orologio ma ha solo un valore collezionistico. E la scatola invece? Questo discorso si può invece estendere anche per i vintage entry-level. Ricordiamoci sempre che vedere una scatola logata non significa che questa sia veramente quella con cui l’orologio è uscito dalla fabbrica.
Quanto devo spendere per un vintage?
Come detto in precedenza, per vintage si intende un orologio che ha una storia da trasmettere. Questa storia deve avere per forza un prezzo elevato? Semplicemente no. La storia che un pezzo vintage deve trasmetterci è puramente soggettiva, talmente tanto che a volte ci innamoriamo di pezzi dal basso valore commerciale ma che per noi sono ben più emozionanti di orologi di brand più blasonati. Voglio farvi un esempio con un orologio che è entrato da poco a fare parte del team PSQ Watches: un Sigel con cassa Tank, probabilmente anni 70. Nonostante il costo irrisorio, questo svizzero pre-crisi del quarzo trasmette un veramente un feeling incredibile: stile elegante senza tempo ed allo stesso tempo un buon calibro ETA a carica manuale.
Il Sigel acquistato per un manciata di euro Il calibro ETA che muove questo orologio di forma
Ma quindi, cosa mi compro?
Qui una risposta valida per tutti non c’è. Ognuno vive il vintage a modo suo ed è giusto che sia così. Per alcuni il vintage significa solo possedere skin diver, per altri solo dress watch ed orologi di forma.
Quello che cerco di dirvi è che non c’è una verità assoluta per tutti ma solo una grande passione che ci accomuna. Il consiglio che vi dò, da amante del vintage, è quello di spaziare su tutti i generi. Esplorate varie categorie di orologi, informatevi e comprate in sicurezza ma soprattutto comprate ciò che vi piace veramente e non quello che va di moda. Il vintage è una storia che si trasmette dal precedente proprietario, all’attuale e a quello dopo ancora. Concludo mostrandovi altri due vintage che fanno parte della parte della collezione PSQ Watches: un Hamilton Sea-Cliff del 1974 ed un Tara skin diver anni 60. Comprate in sicurezza ma soprattutto, comprate vintage!
Hamilton Sea-Cliff III del 1974: calibro ETA e eleganza senza tempo Tara skin diver: tutta l’essenza della sportività anni ’60