Omega, dopo i grandi lanci del 2019 e 2020, decide di aggiornare la referenza base dello Speedmaster. Finalmente si evolve il Moonwatch e decidono di farlo per il primo SpeedyTuesday dell’anno.
Noi di PSQ Watches avevamo già intuito questo cambiamento ed infatti sul sito trovate già sostanzialmente la maggior parte delle informazioni, ma ora possiamo confermare le diverse tesi che già giravano da tempo (link all’articolo sulle indiscrezioni).
La storia conta.
E’ importantissimo fare un passo indietro ed esaminare da dove nasce questo nuovo modello. Parliamo del 105.012, il Moonwatch assegnato per le Missioni Apollo ed utilizzato da Armstrong (nonostante ci sia il mistero riguardante quale Speedmaster rimase a bordo del modulo lunare).
Ma perché Omega ha riproposto un orologio moderno con un estetica appartenente a oramai più di 50 anni fa? Semplice: il 105.012 è dove nascono le anse a lira, dove ha origine il mito dello Speedmaster e dove vediamo i primi quadranti ‘Professional’. Possiamo dire che questo modello è forse il padre di tutti i Moonwatch, è quello che quasi sicuramente era sull’Apollo 11 ed è comprensibile quindi che Omega, dopo tutti questi anni tra decine e decide di edizioni limitate, abbia voluto fare un “passo indietro”.
Arriviamo al nuovo.
Parliamo sostanzialmente di un 105.012 aggiornato con differenze importanti nel movimento (finalmente un CoAxial sul Professional tradizionale) e modifiche estetiche come un bracciale ripreso dal famigerato modello 1116/575, quadrante step e logo applicato.
Caratteristiche tecniche
La differenza più importante dalla referenza 2020 è sicuramente l’aggiornamento del calibro con un passaggio dal 1861 al 3861. Abbiamo già imparato a conoscere questo movimento con le varie edizioni speciali, come quella del 50th anniversario, e non è solo un codice diverso, ma si tratta di un calibro con tante novità. Rispetto al calibro che abbiamo sempre visto sul Moonwatch base qui troviamo scappamento CoAxial, certificazione Metas (+/- 5 sec per day), 26 jewels (contro i 18j del vecchio movimento). Il nuovo calibro introduce inoltre 50 ore di riserva di carica e 15000 Gauss di resistenza ai campi magnetici.
Con questo nuovo modello, anche il Moonwatch ha ora un calibro all’altezza della storia che ha sempre trascinato questo orologio, il blasone del marchio e le vendite.
Tutte queste caratteristiche tecniche, unite al sistema proprietario Nivachoc, rendono il movimento più affidabile e robusto anche ad urti e ai forti cambi di direzione. Considerando che il vecchio movimento è sempre stato criticato per le performance non al passo dei rivali, Omega, oltre alle funzioni dello scappamento CoAxial, utilizza una spirale in silicio ed un bilanciere libero: caratteristiche che oltre a migliorare gli attriti, rendono l’orologio più performante.
La cassa
Ritroviamo una cassa leggermente diversa, con tasti Wide & Short ( proprio come il 105.012), Dot Over 90 sulla lunetta (che resta in alluminio) e la possibilità di scegliere tra le configurazioni hesalite/fondello chiuso e doppio zaffiro.
È possibile notare sia il dettaglio sulla ghiera, ma anche il nuovo quadrante. Omega ha deciso infatti di unire un calibro moderno ad un estetica di forte ispirazione vintage, come se volesse unire l’innovazione alla storia. Ed è sempre stata la forza del Moonwatch, unire la storia con il moderno legandoli in un orologio che, ancora una volta, è identico dal 1964 (anno d’arrivo del 105.012).
Il quadrante ci ha rapito: finalmente torna lo step dial ed il logo applicato sulla versione zaffiro. Un peccato non ritrovare i cerchi concentrici nei sub contatori, ma ci possiamo accontentare: Omega, dopo quasi 55 anni, torna con il quadrante più bello di sempre, unendolo al Luminova che dona anche un ottima lettura nelle situazioni di scarsa luminosità. Anche la sfera del crono è tornata quella con contrappeso a goccia, abbandonando il contrappeso piatto.
Omega ci ha ascoltati
Se il movimento ed il quadrante sono le vere novità, per noi è importante focalizzarci anche sul bracciale. Abbiamo criticato in passato Omega per il bracciale non all’altezza, con finali lunghi che distruggevano la perfetta armonia della cassa. Da Biel però ci hanno ascoltato. Un nuovo bracciale che è rinnovato nelle linee e nelle forme. Dalle maglie è facile intuire che sarà più comodo e se guardiamo i finali abbiamo un lug to lug che torna ad essere “umano” in quanto il finale femmina permette uno snodo migliore.
Il bracciale, che riprende il famoso 1116/575, ha due finiture diverse in base al modello scelto. Sulla versione hesalite è a maglie completamente satinate mentre sullo zaffiro è con il classico schema satinato/lucido.
Il nuovo fondello
Dopo l’allunaggio del 1969, Omega omaggiò la grande impresa del uomo con gli “Scritta Dritta” unendo al fondello ‘Flight-Qualified’ la scritta ‘Apollo XI 1969’. Da quel momento troviamo sul fondello del Moonwatch la famosa frase ‘The First Watch Worn On The Moon’ oltre alla frase ‘Flight-Qualified by Nasa For All Manned Space Missions’. Omega nel 2021, riprendendo proprio il modello storico, modifica anche il fondello, aggiungendo la data 1965, anno in cui Omega ricevette la certificazione dalla Nasa per le missioni spaziali (ed inizio della produzione dei quadranti ‘Professional’).
Ma il prezzo?
Come avevamo previsto il prezzo è lievitato e parliamo infatti di 6300€ per la versione hesalite e bracciale acciaio. Se prendiamo il modello doppio zaffiro arriviamo a 7200€. Prezzi molto lontani dai 4700€ del Moon di nemmeno 2 anni fa, ma è comprensibile visto il grosso lavoro svolto dietro ad uno degli orologi più importanti nella storia dell’orologeria.
Vi sono anche le varianti con il cinturino in nylon (disponibile esclusivamente per il modello Hesalite) e cinturino in pelle (solo per il doppio zaffiro) che costano leggermente meno.
Parlando di prezzi voglio citarvi anche due nuovi modelli lanciati, identici dal modello in acciaio per forme, movimenti e tecnica, ma diversi per materiali. Omega ha portato due modelli in metallo prezioso, oro bianco con quadrante silver (anche qui, un richiamo ai rarissimi Albini anni ’70) ed una versione in oro rosa Sedna con quadrante nero. Presentano entrambi lunette in acciaio, proprio per sottolineare la voglia di Omega di avere queste referenze come varianti del modelli base. I prezzi di listino di questi due nuovi modelli sono 45400€ e 34900€ per oro bianco e oro rosa, rispettivamente. Prezzi da capogiro che si piazzano nella stessa fascia del rivale Daytona in oro.
In conclusione, noi di PSQ Watches siamo molto contenti di questi lanci. Omega ci fa capire quanto per lei sia importante l’innovazione avendo sempre un occhio rivolto al passato. Se per anni il Moonwatch è rimasto pressoché immutato, “dimenticato” in catalogo ed Omega ha sempre omaggiato la sua storia solo tramite edizioni speciali, ora la linea base viene completamente rinnovata, rendendo finalmente giustizia alla storia di questo orologio.
Per maggiori informazioni visita il sito di Omega: https://www.omegawatches.com/it-it/